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Villa Grimaldi detta "la Fortezza"

Questo palazzo di indubbia imponenza è senz’altro uno dei più importanti di Sampierdarena. Innanzitutto per il suo inestimabile valore architettonico, testimoniato dall’ampio cortile d’accesso e dal sontuoso portale, unico esempio di portale barocco in tutto il quartiere. Fu concepita con caratteristiche tipiche dello stile di Galeazzo Alessi cioè di imponente, severa e massiccia struttura ad impostazione cubica, con pochissimi dettagli ornamentali esterni. Perciò da subito fu denominata “la Fortezza”. Attualmente la villa è oggetto di interventi di ripristino dopo essere stata anni sede di una scuola media intitolata al pittore Nicolò Barabino.

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1559
A commissionare la costruzione fu Giovanni Battista Grimaldi chiamato anche Battista I, ritenuto uno dei più ricchi uomini dell’epoca. Prestatore di soldi a imperatori e re, era nato nel palazzo di famiglia, sito in piazza della Meridiana, fatto erigere da suo padre Geronimo.
L’anno di inizio lavori non è chiaro, ma l’edificio fu costruito tra il 1551 ed il 1565 e altrettanto l’anno di completamento. L’architetto cui fu affidata la progettazione e direzione dell’opera muraria fu il ticinese Bernardo Spazio, seguace e collaboratore di Galeazzo Alessi (al quale per lungo tempo fu erroneamente attribuita la paternità dell’opera). La parte decorativa, porte, balaustre, finimenti interni, e decorazioni varie, fu affidata a Gio Battista Castello, detto il Bergamasco, mentre la facciata era ornata da un affresco in chiaroscuro di Battista Perolli, andato ormai perduto.
1607
L’edificio ospitò numerosi altri personaggi importanti per le relazioni internazionali della Repubblica come per esempio Vincenzo Gonzaga, venuto da Mantova con il celebre pittore PP. Rubens, che la inserì nel suo celebre libro sui palazzi genovesi. Nel Settecento ne è ancora documentata l’appartenenza alla famiglia Grimaldi.
 
1800
Durante l’assedio di Genova del 1800 fu utilizzata come ospedale dalle truppe napoleoniche, fino a quando non riuscirono a prendere il controllo del borgo di Sampierdarena, pressate dagli austriaci.
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Seconda Metà 1800
Fu acquistata da Agostino Scassi, figlio di quell’Onofrio Scassi che era divenuto proprietario della Villa Imperiale, alla quale aveva legato anche il suo nome. Il nuovo proprietario dopo averla affittata prima ad un privato e poi all’Azienda delle Strade Ferrate, che la concesse provvisoriamente all’esercito come caserma, la diede in uso ad una fabbrica di conserve alimentari, che ad inizio Novecento acquistò l’intero edificio.

1923
Fu posta sotto il vincolo della Soprintendenza alle Belle Arti e l’anno dopo acquistata dal comune di Sampierdarena, che mise in opera alcuni restauri liberandola delle baracche abusive che negli anni le si erano addossate intorno.


 
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1950 Secondo Dopoguerra
Parzialmente danneggiata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, fu restaurata ed adibita a sede scolastica, ospitando nel tempo diversi istituti professionali, tra cui dal 1965 la scuola media intitolata al pittore sampierdarenese Nicolò Barabino

1989
Parziali lavori di manutenzione vennero avviati a partire dal 1989, ma nel 2006 gli ingenti costi necessari per l’adeguamento alle norme di sicurezza previste per gli istituti scolatici ne hanno determinato l’abbandono. Da allora è rimasta chiusa, inutilizzata e non visitabile
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Note Artistiche:

Il salone, lungo 18 metri e alto 9, privo di decorazioni e pitture, ma gli stipiti scuri in ardesia di porte e finestre sul fondo bianco delle pareti conferiscono all'ambiente una grande solennità

Adiacenti al salone sono sei sale più piccole, tre per lato, le uniche che presentano affreschi nelle volte, oggi in cattivo stato di conservazione, opera di Giambattista Castello, detto il "Bergamasco" e del Perolli. I dipinti hanno in parte soggetto mitologico, con episodi tratti dall'Iliade e dell'Eneide, altri rappresentano personaggi mitici dell'antica Roma .

Loggia del piano nobile con gli stucchi degnissimamente eseguiti da Andrea Battista D’Apriel da Carona 

I disegni delle due lunette raffiguranti divinità marine e il carro di Nettuno sono attribuiti a Luca Cambiaso
 
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