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Villa Crosa Diana

Villa Crosa Diana presenta una forma rettangolare, linee regolari e una disposizione degli spazi che può essere definita “post-alessiana” poiché non più influenzata dagli schemi stilistici del celebre architetto perugino Galeazzo Alessi.
L’edificio, come dimostrato nelle carte del Settecento, era costituito da un corpo rettangolare con un grande loggiato, raccordato posteriormente a due corpi laterali i cui tetti formavano delle terrazze su cui si affacciava il piano nobile della villa.

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1600
Venne fatta erigere tra il XVI e il XVII secolo dalla famiglia Crosa, che aveva fatto fortuna col commercio di tessuti e seta. Non si hanno notizie né dell’architetto che si occupò dell’edificazione della villa né della data di costruzione. E’ solo attraverso l’analisi della architettura visibilmente post-alessiana che possiamo ipotizzare la collocazione storica della sua costruzione.
 
1800
Con l’epoca napoleonica, a causa del sequestro di molti beni della famiglia e le interruzioni dei rapporti commerciali con la Francia, la famiglia attraversò un periodo di difficoltà. Durante il XIX secolo la Villa, ancora di proprietà dei Crosa, subì una notevole riduzione del proprio parco a causa della realizzazione della ferrovia Genova-Ventimiglia e l’apertura dell’attuale via Buranello.
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1900
L'edificio passò di proprietà a Dario Diana Massardo la cui famiglia era proprietaria degli Stabilimenti conservieri Massardo Diana che producevano alimenti in scatola. Lo stesso spazio che rimaneva del giardino originale venne utilizzato per la costruzione di un edificio moderno atto all’inscatolamento di carne e pesce che rimase aperto fino al 1971
 
1933
La Soprintendenza dei Beni culturali mise l’edificio sotto tutela per salvarlo da abusi edilizi e destinazioni inadeguate, ma il progressivo abbandono d’uso comportò anche un decadimento architettonico
 
1999
I Crosa iniziarono ad interessarsi nuovamente alla villa, ormai completamente cadente, iniziando i lavori di restauro nel 2002. Ad oggi la Villa è quindi totalmente restaurata, ma inutilizzata e visitabile solo raramente.
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